Uroginecologia
TI RICONOSCI IN QUESTE FRASI ?
«Spesso avverto lo stimolo a urinare con estrema urgenza. Così, all’improvviso. Non posso aspettare oltre».
«Nel sonno ho piccole perdite di urina o devo alzarmi continuamente per andare al bagno».
«Quando faccio la pipì non non mi sento mai svuotata: ho delle perdite di urina dopo la minzione».
«Sento la vescica tesa e pesante come un sasso».
«Ho avuto due bambini e dopo il parto è iniziata una incontinenza urinaria che mi imbarazza molto. Anche in gravidanza notavo delle perdite di urina».
«Quando rido mi succede di PERDERE urina».
«Con la menopausa la mia vescica è diventata INCONTROLLABILE».
INCONTINENZA URINARIA
E’ un disturbo spesso vissuto in silenzio e che è più diffuso di quello che si pensi. In italia ci sono circa 5 milioni di donne incontinenti. L’incontinenza urinaria femminile riguarda diverse donne. Non è una patologia della terza età: anche donne giovani possono soffrono di questo problema. Considerato “minimo” rispetto a patologie più gravi, è però invalidante per la persona che ne è colpita, perché condiziona parecchi aspetti della vita quotidiana. Per molte i disturbi urinari sono spesso più imbarazzanti di quelli sessuali, tanto che la maggior parte, per pudore, si trattiene dal parlarne e chiedere aiuto. Silenzio e vergogna: le donne vivono l’incontinenza urinaria con grande disagio e per questo si sentono menomate e già vecchie. L’incontinenza urinaria ha diverse cause e può essere di vari tipi: • Incontinenza Urinaria da Sforzo: perdita di urina durante tosse, starnuti, sforzi. • Incontinenza Urinaria da Urgenza (vescica iperattiva): continuo bisogno di urinare, stimolo impellente e frequenza aumentata o necessità di urinare anche di notte. • Incontinenza Urinaria Mista: quando coesistono le due componenti (Sforzo+Urgenza) La maggior parte delle donne non affronta il problema perchè non è consapevole che esistono terapie anche non invasive che permettono di risolvere questo problema evitando le possibili infezione dovute al fai da te e all’utilizzo di pannolini e assorbenti.
PROLASSO UROGENITALE
Il prolasso è la discesa di un organo o di una sua parte dalla sua collocazione naturale all’interno della pelvi. Colpisce prevalentemente donne dopo la menopausa, solitamente donne che hanno avuto più parti. Si stima che circa 3 milioni di donne in italia siano affette da difetti del pavimento pelvico. L’origine della discesa degli organi pelvici va ricercata soprattutto in un danno delle strutture di sostegno di tali organi, queste stesse strutture muscolari e tendinee sono in parte responsabile del meccanismo della minzione, il prolasso degli organi pelvici è quindi strettamente correlato all’incontinenza o stasi urinaria. Questo disturbo colpisce maggiormente il sesso femminile in particolare le donne che hanno avuto molti parti, ma si riscontra anche nelle donne che non hanno mai partorito o addirittura nelle donne vergini. I sintomi sono variabili secondo l’organo o gli organi prolassati e aumentano in posizione eretta o durante gli sforzi addominali (tosse, sollevamento di pesi, ecc). Se la parete vaginale prolassata è quella anteriore, si verifica il cistocele mentre quando il prolasso vaginale interessa la parete posteriore si avrà il rettocele. Se il prolasso riguarda l’utero si parlerà di Isterocele. Terapia Il trattamento dipende dalla gravità del prolasso, dall’età e da eventuali sintomi o condizioni correlate. I casi lievi, ovvero quelli con sintomi poco evidenti in genere richiedono terapie conservative: • Riabilitazione del pavimento pelvico • Pessario Vaginale: anello di gomma o di silicone inserito nella vagina per sostenere la vescica. • Terapia estrogenica. Il medico può raccomandare estrogeni locali se si è in menopausa in quanto aiutano a mantenere i muscoli pelvici tonici. Se si dispone di notevole disagio, il prolasso però può richiedere un intervento chirurgico. • La via vaginale è il trattamento proposto soprattutto in donne di età avanzata e comporta la sospensione dell’organo prolassato con una piccola incisione all’interno del canale vaginale. In caso di contestuale prolasso uterino si può optare per una chirurgia combinata per sospendere entrambi con o senza isterectomia (asportazione dell’utero). • La procedura, con o senza prolasso uterino, può essere eseguita anche per via addominale con tecnica open, la paroscopica e robotica.
RIABILITAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO
La ginnastica del pavimento pelvico, può aiutare le donne affette da incontinenza urinaria, prolasso urogenitale e dolore pelvico cronico. E’ il primo trattamento al quale tutte le donne affette devono sottoporsi prima di arrivare a terapie farmacologiche o chirurgiche. E’ utile per prevenire i difetti del pavimento pelvico in tutte le donne che presentano fattori di rischio Riduce la percentuale di interventi chirurgici per queste problematiche ma può essere utile anche dopo l’intervento come terapia di mantenimento. La riabilitazione del pavimento pelvico mediante esercizi specifici, sonde vaginali ed elettrostimolazione permette di:
- Prevenire e curare l’incontinenza
- Prevenire e curare prolasso genitale
- Migliorare attività sessuale
- Migliorare la defecazione e prevenire un’eventuale incontinenza fecale
E’ una tecnica facile, indolore e non invasiva che si compone di:
- Esercizi di Kegel: esercizi corpo libero di contrazione e rilassamento della muscolatura pelvica, utili per rafforzare la statica e dinamica del pavimento pelvico e quindi anche la continenza urinaria.
- Utilizzo di sonde vaginali che stimolano la tonicità dei muscoli pelvici
- Stimolazione elettrica funzionale che attiva contrazioni dei muscoli migliorando la sospensione degli organi pelvici e dell’uretra diminuendo il rischio di incontinenza.
DOLORE PELVICO CRONICO
Si tratta di un complesso sintomatologico caratterizzato principalmente da dolore cronico (circa 6 mesi) in sede pelvica e/o perineale, con possibili irradiazioni alla regione lombare, ai genitali esterni, agli inguini, alla regione sovrapubica, al sacro-coccige, alla radice delle cosce, più o meno accompagnati da sintomi minzionali, colonproctologici, sessuali. La percentuale di donne affette da dolore pelvico cronico tra i 18 e i 70 anni: 3.8%-40%. Costo delle assenze dal lavoro: 555 milioni Costo strutture sanitarie: 2,8 billioni • Il tempo medio di diagnosi di una sindrome dolorosa pelvica cronica è di circa 4 anni (variabile tra 1 e 12 anni) • Mediamente vengono consultati 8 specialisti • Vengono prescritti farmaci sintomatici che vanno dal paracetamolo alla morfina • All’interno del gruppo vi è pertanto un aumento casi di depressione rispetto alla popolazione generale.
SINTOMI
La presentazione clinica è alquanto variegata sia per l’intensità e la frequenza della sintomatologia, sia per quanto riguarda l’associazione con sintomi a carico dell’apparato urinario basso, genitale e digestivo distale. Il coinvolgimento, in varia misura, di tali apparati è molto frequente, anche se in forme meno tipiche o iniziali può mancare e deriva dal fatto che uretra, vagina e retto distale attraversano il muscolo elevatore dell’ano tramite tre iati contigui, e possono risentire di un ipertono di quest’ultimo. Molto spesso si associano sintomi da coinvolgimento dell’innervazione distrettuale, per la compressione tra i fasci muscolari ipertonici ed iperattivi del nervo pudendo (Neuropatia del Pudendo), o delle sue terminazioni nel vestibolo vulvare (Vulvodinia).
CISTITI RICORRENTI
TERAPIA E PROFILASSI
Tra le misure generali da adottare in caso di cistite sono importanti il riposo e la buona idratazione (più di 2 litri di acqua nelle 24 ore) per diluire la carica batterica presente in vescica. La terapia medica deve tenere presente che i germi patogeni più frequentemente causa di cistiti sono presenti a livello vaginale ed hanno il loro serbatoio naturale nelle feci a livello del colon-retto. I farmaci migliori sono quindi quelli attivi anche a livello vaginale e intestinale senza quindi sviluppare resistenze batteriche al farmaco che sono causa della inefficacia terapeutica nelle recidive.
Iniziare con semplici regole.
- Abituarsi a bere molta acqua nell’arco delle 24 ore (almeno 1,5-2 litri);
- Regolarizzazione dell’alvo (norme alimentari e farmacologiche per combattere la stitichezza);
- Porre particolare attenzione all’igiene dei genitali esterni per evitare contaminazioni da parte di materiale fecale;
- Svuotare la vescica dopo un rapporto sessuale.
- Evitare alcuni cibi ed iniziare una dieta su misura.
Profilassi nelle donne con cistiti ricorrenti.
- Utilizzo di particolari integratori e terapie ormonali e non ormonali. Nel nostro centro si esegue anche instillazione intravescicale di acido ialuronico e condroitin solfato dopo attenta valutazione delle nostre pazienti per proteggere il rivestimento vescicale da nuove infezioni.
FOCUS: NEUROMODULAZIONE SACRALE
- La Neuromodulazione Sacrale è un trattamento reversibile (che può essere interrotto in qualsiasi momento) che agisce sui nervi sacrali. I nervi sacrali sono quelli che esercitano una funzione sulla vescica e il retto, controllando la minzione e la defecazione. Le pazienti affette da vescica iperattiva e incontinenza da urgenza che non hanno risposto alle terapie di prima linea (riabilitazione, farmaci) se vogliono provare a risolvere il problema e migliorare la propria qualità di vita, questa terapia è la migliore che si possa offrire.
Dopo aver selezionato la paziente, il trattamento si compone di due fasi:
- Fase di prova (la paziente viene ricoverata per inserire l’elettrodo sacrale e lo stimolatore temporaneo adeguatamente impostato); questa fase dura in media un mese dopo il ricovero.
- Fase di impianto (nelle pazienti che hanno trovato benefici durante la fase di prova, vengono sottoposte all’impianto dello stimolatore definitivo) L’efficacia della neuromodulazione sacrale delle pazienti che non rispondono ai farmaci è di circa 80-90%.
I rischi della procedura sono praticamente nulli.